ISOLA DI FAVIGNANA: RITRATTO IN BREVE

Favignana: scopriamo insieme la grande farfalla sul mare

L’arcipelago delle Egadi, situato a 15 miglia a ovest dalle coste della Sicilia, comprende le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e gli isolotti Maraone e Formica. Favignana, la più famosa e la più visitata, splendido mix di baie color smeraldo, case bianche con porte blu, coste rocciose, cave dismesse e grotte nascoste. Il Nido del Pellegrino occupa una porzione di sette ettari di questa meravigliosa isola, di fronte al mare, affacciato sull’isolotto del Preveto. Per chi c’è già stato e soprattutto per chi vorrebbe venirci in vacanza, a seguire raccontiamo Favignana “in breve”, condividendo con gli utenti del sito alcuni dei punti di maggiore interesse dell’isola.

Di tutte le Egadi, Favignana è l’isola più grande ed attrezzata. È dominata dal Monte Santa Caterina  – da vedere il Forte saraceno in cima – e possiede alcune delle più belle calette dell’arcipelago. A Favignana, fino a pochi anni fa, si svolgeva la mattanza, una forma di pesca del tonno tradizionale e sostenibile, ma anche uno spettacolo cruento in grado di richiamare moltissimi turisti. 

Per scoprire il paese si può partire dal porto, dove ancora oggi si possono incontrare alcuni pescatori intenti a rammendare reti. Procedendo verso il cuore del paese si incontra Villa Florio, splendido edificio in stile neogotico, costruito nel 1878 su progetto di uno dei più famosi architetti dell’epoca, Damiani Almeyda. Passando da Piazza Europa (con al centro una bellissima statua dedicata proprio ad Ignazio Florio), si raggiunge velocemente la piazza “Madrice”, che prende il nome dalla chiesa dedicata all’Immacolata Concezione. Raggiunta la piazza gli itinerari da percorrere sono molteplici. Tra i principali il tour del rione Sant’Anna (primo nucleo del paese, dove si trovano ancora oggi le case più antiche e più belle.) e il percorso che porta agli stabilimenti dell’ex tonnara Florio, oggi sede di un bellissimo museo.

Nel cuore del paese, al confine con la Pizza Madrice, lo storico rione S'Anna coincide con la parte più vecchia di Favignana. Un dedalo di vicoletti e casette tutte molto simili, costruite secondo canoni e criteri che garantissero alle donne un certo tipo di "confort" e favorissero la vita di comunità. Porte e persiane divise a metà in senso orizzontale così da trasformarsi agevolmente in finestre. Cortili ideali per aspettare gli uomini al rientro dal mare o dalle cave o dalla campagna. Scale ripide, ceramiche decorative, volte con "tufo" a vista. E sul retro di ciascuna casa anche un piccolo giardino ipogeo, dove ciascuno poteva coltivare il proprio orto. Il quartiere ospita anche una delle più grandi cave dismesse dell'isola, cosiddetta cava Sant'Anna, sede oggi anche una bellissima arena all'aperto (dove durante la stagione estiva di proiettano film e si tengono spettacoli di vario genere). 

La chiesa Matrice (o Madrice) è stata edificata nel 1759 su progetto dell'Architetto Don Luciano Gambina, a spese di Don Giovanni Luca Marchese di Pallavicino e Signore delle Isole Egadi. Si trova in posizione decentrata rispetto al centro della piazza, per consentire il transito di "sicurezza" da e per il vicinissimo Forte di San Giacomo. 

La facciata presenta un portale ligneo in stile barocco ed una finestra architravata arricchita da una vetrata decorata raffigurante la stessa immagine dell’Immacolata presente sull'Altare maggiore. Un campanile a vela con tre campane svetta in alto e completa la facciata. 

La chiesa ha la forma di una croce latina con navata unica lunga 33 metri e larga 18, con transetto e cupola di 26 metri. Spiccano all’interno di essa un Crocifisso ligneo di Scuola Trapanese risalente al XVIII secolo e sull’altare maggiore una statua marmorea dell’Immacolata Concezione di Scuola Spagnola probabilmente di fine 600, precedentemente ubicata in una chiesetta oggi dedicata a S. Antonio da Padova. 

Curiosità: la chiesa è lunga 33 metri, come i chilometri di costa dell'isola (per l'appunto, 33) 

APPROFONDIMENTI SUGGERITI:

L’epopea dei Florio e dell’industria del tonno è la storia che ha maggiormente segnato il passato dell’isola, che grazie a loro divenne la "regina" delle tonnare. I Florio si erano trasferiti in Sicilia dalla Calabria, stabilendosi a Palermo. Grazie alla stabilità garantita dal re Ferdinando di Borbone, i fratelli Paolo ed Ignazio Florio poterono infatti rilanciare le attività che gestivano in Calabria, ovvero il commercio all'ingrosso e al dettaglio di prodotti spezie, aromi, prodotti coloniali in genere e di chinino (utilizzato per curare la malaria). Ebbero subito successo e, spinti dal desiderio di consolidarsi ed espandersi, investirono presto in altri settori. Arrivarono a Favignana nel 1841, con Vincenzo Florio, che decise di prendere in gestione e rilanciare (anche attraverso importanti innovazioni tecnologiche, come l'utilizzo dell'olio di oliva per la conservazione a lungo termine) la tonnara. Un ruolo ancor più importante per l'isola lo ebbe però suo figlio Ignazio che, a soli 36 anni, alla guida dell'impero Florio da più di un decennio, decise di acquistare la Tonnara dai Pallavicino di Genova. Da quel momento l’industria del tonno crebbe enormemente e l’isola fece un balzo in avanti, conoscendo uno sviluppo industriale paragonabile a quello di altre realtà italiane ed europee. Ignazio Florio trasformò radicalmente Favignana in uno dei più importanti siti industriali dell’800 siciliano, un vero simbolo d’eccellenza.

Palazzo Florio a Favignana: tra Neogotico e Liberty 

Il Palazzo Florio è uno splendido edificio in stile neogotico, costruito nel 1878 su progetto di uno dei più famosi architetti dell’epoca, Damiani Almeyda. Pur presentandosi esternamente come un palazzo signorile ed aristocratico, all’interno lo stile serioso del neogotico è reso più leggero e allo stesso tempo elegante dagli arredi in stile liberty e da splendidi ferri battuti, opera della fonderia Oreta dei Florio. 

Oltre ad essere la residenza della famiglia Florio, il Palazzo ospitava spesso personaggi illustri invitati a Favignana durante il periodo della "mattanza". Tuttavia i Florio lo avevano eletto anche a rifugio dallo stress e dai dispiaceri della vita. Proprio qui Donna Franca trascorse un lungo periodo dopo la morte della figlia Giovanna. Una visita al Palazzo Florio, da poco restaurato, è certamente un’esperienza da non perdere per respirare aria di storia e di arte che regalano emozioni uniche. Il palazzo oggi è sede della biblioteca comunale e dell’info point turistico ed ospita anche un piccolo “Antiquarium” e una collezione di conchiglie. 

Lo Stabilimento Florio, la Tonnara di Favignana 

Il più importante Stabilimento industriale per la lavorazione del tonno del mediterraneo, costruito nella seconda metà dell’800 per volere del senatore Ignazio Florio (1838-91). Il primo nucleo dello stabilimento, il magazzino chiamato il “Torino”, fu costruito sul versante opposto, dell’attuale arco portuale, sul quale sorgevano i vecchi locali adibiti a magazzini (la camparia), per iniziativa del genovese Giulio Drago. Dopo l’arrivo di Ignazio Florio, nuovo proprietario delle isole, al nucleo originale si aggiungeranno i grandi magazzini, la sale di confezionamento del pescato e le strutture per gli addetti, oltre alla area, denominata camposanto, destinata all’ essiccazione delle teste dei tonni utilizzate per ricavarne olio per uso industriale.

In questa nuova e moderna realtà produttiva, di molto somigliante alle cittadelle operaie continentali, si riuscì a organizzare un ciclo lavorativo che coinvolgeva alcune centinaia di addetti. Con la costruzione dello Stabilimento, il rinnovato impulso dato alla pesca e alla commercializzazione del pregiato prodotto, sui principali mercati nazionali e stranieri, fu ampiamente ripagato dal successo, in termini di immagine e di profitto. E anche quando, nei primi decenni del ‘900, le sorti di quello che era stato il più importante gruppo industriale e finanziario siciliano apparivano segnate, lo Stabilimento Florio, pienamente attivo e produttivo, sopravvisse al fallimento della dinastia imprenditoriale, passando, a fine anni trenta, prima nel novero delle aziende di proprietà dell’I.R.I, poi nelle mani degli industriali genovesi Parodi e da questi, infine, alla Regione Siciliana.

ORARIO APERTURA:

  • Aprile e Maggio: dalle 10:00 alle 14:00
  • Giugno e Ottobre: dalle 10:00 alle 17:00
  • Da Luglio a Settembre: dalle 10:00 alle 13:30 | dalle 17:00 alle 23:00

​BIGLIETTO DI INGRESSO:

  • Intero: 6,00 €
  • Gratuito per i minori di 18 anni

APPROFONDIMENTI SUGGERITI:

I castelli di Favignana, prima della rivoluzione del 1848, furono ben fortificati dal governo borbonico, forniti di cannoni e di abbondanti munizioni, specialmente quello di Santa Caterina. Con la dominazione borbonica i castelli delle Egadi vennero trasformati in carceri. Punta troia (a Marettimo) interromperà la sua funzione nel 1844, Santa Caterina nel 1861. Il Castello di San Giacomo a Favignana continuerà la sua funzione di carcere sino ai giorni nostri (con varie opere di ammodernamento e ampliamento negli anni).

Il castello (o forte) di Santa Caterina sorge a 314 metri di altitudine. Da questa posizione si gode una vista incredibile, con la possibilità di dominare nitidamente tutta la costa occidentale siciliana. Il ruolo del castello era di posto d’osservazione e di segnalazione. Il castello è storicamente attestato per la prima volta in età angioina, nel XIII secolo. Verrà ampliato una prima volta tra il 1568-1571, su iniziativa del vicerè marchese di Pescara. Il principale ruolo del presidio di Santa Caterina era la continua sorveglianza e lo scambio, con gli altri fortilizi (principalmente di Marettimo e Trapani) e con le imbarcazioni in mare, utilizzando segnali di vario tipo.

Il castello di S. Giacomo è coevo a quello di S. Caterina e, secondo le ipotesi della storiografia locale, furono i Turchi, che per secoli avevano infestato i porti e le spiagge siciliane, ad indurre re Ferdinando il cattolico ad ordinare al signore di Favignana Andrea Riccio di fortificare l’isola e di rimettere in efficienza i castelli di S. Caterina e S. Giacomo. Sotto il governo dei Borboni il castello di S. Giacomo venne adattato a bagno penale e siccome il forte non sarebbe stato capace di contenere gran numero di servi di pena, si sentì la necessità di scavare nella roccia dalla parte opposta al castello a livello del pavimento del fossato quanti ambienti fosse possibile ricavarne.

Oggi al castello si accede dal portone centrale del carcere, mentre ve n’è un altro alle spalle del carcere, usato per far entrare i parenti dei detenuti per le visite. Il carcere è circondato da un alto muro di cinta, varcato il quale, superato il portone, si è introdotti in un vialetto che conduce alla struttura antica del castello di S. Giacomo. Sono presenti alcune lapidi commemorative in memoria di alcuni patrioti che furono detenuti a S. Giacomo al tempo dei Borboni.

L’isola di Favignana, tra tutte le Egadi, è quella dove l'accesso al mare è più semplice. Un susseguirsi di calette, baie, spiagge sabbiose o di ciottoli e scogli dalle forme più svariate. Tra le spiagge sabbiose, le più grandi sono sicuramente Cala Azzurra, famosissima per le sue splendide acque cristalline e Lido Burrone, una delle poche spiagge attrezzate. Adiacente allo stabilimento Florio, in paese, troviamo poi la Praia. Dall'altra parte dell'isola, vicino al Nido del Pellegrino, la piccola spiaggia sabbiosa del Marasolo è sicuramente molto suggestiva (e anche poco affollata). Rientra nella categoria spiagge anche tutta la costa di "cala del pozzo", dove si susseguono piccole spiaggette più o meno appartate, sino ad arrivare ai Faraglioni. 

Poi ci sono quelle aree di costa "ibride", dove si trovano sia gli scogli sia la sabbia. E' il caso dei "Calamoni", un connubio perfetto per chi ama calette sabbiose e scogli piatti. E ancora Cala Graziosa, appartata e molto suggestiva. Infine due spiagge di ciottoli molto caratteristiche: Cala Rotonda e la spiaggia di Preveto-Pirreca, accanto al Nido del Pellegrino. 

L'elenco completo delle spiagge e delle calette di Favignana: 

  • Bue Marino
  • Cala Azzurra
  • Cala Rossa
  • Cala Graziosa
  • Cala Rotonda
  • Calamoni
  • Grotta Perciata
  • Grotta dei Sospiri
  • Lido Burrone
  • Marasolo
  • Praia
  • Preveto – Pirreca
  • Punta Fanfalo
  • Punta Faraglione
  • Punta Ferro
  • Punta Lunga
  • Punta Marsala
  • Punta San Nicola
  • Punta Sottile
  • Scalo Cavallo
  • Scivolo

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Favignana, per secoli, è stata "scavata" dall'uomo per estrarre pietra. In particolare calcarenite (pietra porosa, volgarmente chiamata tufo). I "tufi" di Favignana, estratti sull'isola, caricati in apposite barche tipiche trapanesi chiamate "schifazzi", trasportati a vela al porto di Trapani e a Marsala, venivano impiegati in tutta la Sicilia e anche oltre. La calcarenite è infatti un materiale pregiato, sia per la compattezza e grana fine, sia per il color bianco dovuto ad una particolare concentrazione di calcio. L’attività estrattiva è stata particolarmente intensa e distribuita. Praticamente tutta l'isola è stata interessata, nell'entroterra e lungo la costa. Il territorio è stato così modellato, anche sotto terra (dove sono presenti tunnel e percorsi sotterranei). Negli anni l'attività estrattiva è andata scemando. Oggi è rimasta attiva solo una cava. 

I giardini ipogei 

Le cave dismesse a Favignana sono da sempre state utilizzate dagli isolani in modo creativo. In particolare negli ultimi decenni. Ci sono cave dismesse trasformate in orti, in giardini, in agrumeti. Cave che ospitano semplici magazzini. Cave trasformate in ricoveri per gli animali. Basta fare una passeggiata sull'isola per notare ai bordi delle strade cave di dimensioni e forme diverse, dove crescono piante rigogliose. 

Grazie alla protezione del vento e con il contributo del sole e del clima egadino, gli isolani sono riusciti a sfruttare un habitat del tutto particolare, con condizioni favorevoli (caldo d’inverno e fresco d’estate). In questi luoghi, che hanno preso il nome di “giardini ipogei”, è possibile ammirare imponenti alberi da frutto come il fico, il mandorlo, il pero, l’arancio e il fico d’india. 

Tra tutti vale la pena citare i giardini di Villa Margherita, un parco davvero suggestivo frutto dell'iniziativa, della creatività e della forza di volontà della sig.ra Maria Gabriella Campo. 

  • Apertura: tutti i giorni (da Maggio ad Ottobre)
  • Prenotazione: obbligatoria
  • Durata visita: 2 ore e 30 minuti circa a piedi
  • Per informazioni e prenotazioni: +39 389 8048028 - info@villamargherita.it

L'uomo ha fatto la sua comparsa nelle Egadi nel paleolitico superiore, come dimostrano i reperti archeologici ed i graffiti presenti nelle grotte delle isole. In quell'epoca (10.000 a.C.) Favignana e Levanzo non erano ancora divenute "isole" (a differenza di Marettimo). Levanzo doveva essere unita a Favignana da una stretto ponte di terra che si protendeva dall'attuale Cala Dogana verso la zona di S.Nicola. 

Tracce di antichi insediamenti preistorici sono state rinvenute a Favignana all'interno delle grotte delle Uccerie nei pressi del Faraglione e nella grotta del Pozzo in località San Nicola. Schegge di selce, di ossidiana, frammenti di ossa lavorate, conchiglie e altri oggetti del tempo dimostrano l'uso della pietra per la costruzione di pugnali, punte di frecce e arnesi domestici. 

Sono stati riportati alla luce frammenti d'argilla grezza, depurata e ben cotta, colorati a vernice nera e rossa, a testimonianza di insediamenti umani nell'età del bronzo. 

Grotta del Pozzo 

Presso la Grotta del Pozzo, in località San Nicola, è stata scoperta una tomba neopunica accessibile attraverso un dromos (corridoio in discesa) a gradini e circa 10 iscrizioni. Tra queste, la più rilevante si trova a circa 1,80 cm dall'altezza del suolo ed è disposta su due righe. L'epigrafe presenta delle particolarità date dalla presenza di due lettere che risalgono all'alfabeto punico del IV-II sec. a.C., come la lettera "tau" e la lettera "mem". Inoltre sia la quarta che la quinta lettera da destra della seconda riga, la "h"e la "m", risultano rovesciate rispetto al ductus praticato nell'uso delle scritture semitiche, orientato da destra verso sinistra. 

In base a tali ritrovamenti, gli archeologi sostengono che dal sec. IV a.C al II d.C la Grotta del Pozzo di Favignana fu usata come luogo di culto da popolazioni che usavano il fenicio almeno come lingua liturgica. Forse gli stessi abitanti dell'isola di Mozia. Forse coloni provenienti da Cartagine. Forse clan affiliati alle popolazioni Elime della Sicilia occidentale (provenienti da Segesta ed Erice in particolare). 

I Fenici e i punici a Favignana 

La maggiore concentrazione di testimonianze fenicio-puniche sull'isola di Favignana si trova nella località di San Nicola, dove si pensa fosse presente una piccola comunità. In località Calazza sono affiorate dagli scavi due tombe d'età tardo-ellenistica, contenenti due scheletri e una lucerna d'argilla. Ed ancora un'intera necropoli ellenistica a loculi rettangolari è stata individuata presso la Cala San Nicola. 

Periodo romano 

A Favignana sono scarsi i ricordi del periodo di dominazione romana. Sono però venuti alla luce mosaici di origine imperiale romana ed un ninfeo adibito probabilmente a bagno delle donne sempre presso località San Nicola.

Il “museo” della battaglia delle Egadi 

Presso lo stabilimento Florio è stata allestita una bellissima mostra archeologica dedicata in particolare alla battaglia delle Egadi (tra Romani e Cartaginesi).  Si tratta di una importante collezione. Tra ceppi di ancore e anfore di età greco-romana e punica, spiccano i rostri in bronzo rinvenuti nel corso degli anni sul luogo della battaglia finale della prima guerra punica (241 a.C.), a largo di Levanzo

La "Battaglia delle Egadi", ospitata presso i locali dell’ Ex Stabilimento Florio di Favignana, si presenta come un vero e proprio viaggio nella storia e nei luoghi della prima guerra punica. Si compone infatti di una sala espositiva e una sala immersiva interamente dedicata al cinema 3D. Il visitatore intraprende un percorso narrativo che, partendo dall'approfondimento scientifico, si conclude con un forte coinvolgimento emotivo ed esperienziale. 

La mostra è in continuo "aggiornamento". Grazie anche alle ricerche che periodicamente vengono effettuate. Recentemente, nella primavera/estate del 2019, sono stati trovati altri due rostri, sessantotto anfore greco-italiche, due Dressel, quattro puniche e quattro piatti. I due rostri in bronzo, portano a diciotto il numero di quelli recuperati dei diciannove individuati in questi anni. Sono stati, inoltre, individuati e recuperati, sempre nello stesso areale, alla profondità di ottanta metri, dai subacquei della Gue, due elmi di pregiatissima fattura. I due reperti in bronzo presentano una particolare decorazione con forma di animale nella parte sommitale, quindi sicuramente appartenuti a graduati dell’esercito romano. Recuperate anche due coppie di paragnatidi, protezioni laterali in metallo applicate all’elmo, atte a proteggere il volto dei soldati. Questi due elmi, assieme a un altro recuperato negli scorsi giorni, si aggiungono ai ventidue già recuperati nelle campagne precedenti. Alcuni di essi, già restaurati, sono in esposizione presso il Museo della “Battaglia delle Egadi” a Favignana. 

Ma la vera novità delle ricerche è la scoperta di una spada in metallo, della lunghezza di circa settanta centimetri con una lama larga cinque centimetri, appartenuta probabilmente ai soldati di uno dei due eserciti. I rostri, gli elmi, le stoviglie di bordo e le numerose anfore non completavano, infatti, il quadro. Le armi dei soldati non erano state, fino ad oggi, mai ritrovate. Nello stesso luogo della spada, sono stati recuperati due chiodi di grandi dimensioni, a sezione quadrangolare, probabilmente appartenuti a una delle imbarcazioni affondate durante lo scontro.

APPROFONDIMENTI SUGGERITI:

Risorse utili per conoscere la geografia di Favignana:

PRENOTA ONLINE
Riepilogo servizi generali
  • Zona mare esclusiva
  • Area colazione in giardino
  • Cortile panoramico sul mare
  • Internet wifi free e clima
  • TV con SKY
  • Parcheggio auto/moto/bici
  • Trasferimenti integrati
  • Noleggio mezzi

Servizi compresi nel prezzo:

internet wifi free in tutta la struttura; pedane sul mare con sdraio e docce, cortile panoramico sul mare, giardino caratteristico, parcheggio gratis.

Servizi a pagamento:

transfer integrati da/per aeroporto; colazioni con prodotti freschi e prodotti tipici; ristoranti e attività commerciali convenzionate.

SUL MARE DI FAVIGNANA

La mappa indica la nostra posizione esatta, di fronte l’isolotto del “Previto”, sulla strada che porta ai faraglioni

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